venerdì 17 aprile 2020

Fedro 274c-276a - Step#08

In questo dialogo Socrate narra la storia di come nacquero le lettere dell'alfabeto a Fedro: l'inventore dell'alfabeto fu Theuth, e il re in quel periodo era Thamus. Mentre Theuth evidenzia gli aspetti positivi della sua invenzione, Thamus fa notare come, tuttavia, l'alfabeto può generare oblio nelle anime che lo impareranno.

“Questa scienza, o re – disse Theuth – renderà gli Egiziani più sapienti e arricchirà la loro memoria perché questa scoperta è una medicina per la sapienza e la memoria”. E il re rispose: “O ingegnosissimo Theuth, una cosa è la potenza creatrice di arti nuove, altra cosa è giudicare qual grado di danno e di utilità esse posseggano per coloro che le useranno. E così ora tu, per benevolenza verso l’alfabeto di cui sei inventore, hai esposto il contrario del suo vero effetto. Perché esso ingenererà oblio nelle anime di chi lo imparerà: essi cesseranno di esercitarsi la memoria perché fidandosi dello scritto richiameranno le cose alla mente non più dall’interno di se stessi, ma dal di fuori, attraverso segni estranei: ciò che tu hai trovato non è una ricetta per la memoria ma per richiamare alla mente. Né tu offri vera sapienza ai tuoi scolari, ma ne dai solo l’apparenza perché essi, grazie a te, potendo avere notizie di molte cose senza insegnamento, si crederanno d’essere dottissimi, mentre per la maggior parte non sapranno nulla; con loro sarà una sofferenza discorrere, imbottiti di opinioni invece che sapienti”.

Nessun commento:

Posta un commento

Relazione finale - Step#24

La parola " oblio " deriva dal latino -ob (verso) e -liv (scolorire), e rappresenta la dimenticanza intesa come fenomeno non conte...